La Statale 38 della Valtellina: La Valeriana

Statale-38-tiolo-valtellinaMA TE SE REGORDES! Questa è la ricorrente esclamazione che nonna Antonietta si scambia con le sue amiche quando si ritrovano alla fontana, sì per lavare, ma soprattutto per chiacchierare un po’. Questa volta le arzille signore si ricordano che nei tempi passati l’attuale statale 38 che attraversa il paese era utilizzata per il transito commerciale con i paesi nordici confinanti, come l’Austria, attraverso i valichi dell’Umbrail, Livigno, Santa Maria Munster. Si tratta della strada di origine romanica: la Valeriana.

casa-dei-Cultur-Tiolo
Statale 38

Transitavano i carri trainati da cavalli, muli da soma che portavano in groppa le merci da portare oltralpe. Tra le merci si ricordano il sale, vino, castagne e olio prodotti in valle. Sembra strano ma si produceva anche l’olio come testimoniano alcuni affreschi nel salone da pranzo del ‘palazzo Besta’ a Teglio.

Palazzo Besta - Teglio
© waltellina.com

Tale strada fu percorsa dai valligiani in cerca di lavoro altrove, spinti dalle misere condizioni di vita in valle.
A partire dal 15° secolo si recavano soprattutto in terra veneta per prestare la loro attività di facchinaggio presso il porto di Venezia o come artigiani, barbieri e operai, così da poter portare qualche soldo a casa. A loro favore c’erano le agevolazioni economiche (dazio) che venivano concesse ai Grigioni, occupanti della valle in quel periodo.
A Tiolo iniziava, ed inizia, la salita per il passo di Mortirolo o passo Foppa che portava i lavoranti nella Repubblica di Venezia. Nei registri comunali dell’epoca si trovano tracce della presenza di valtellinesi  a Vicenza,a Venezia e dintorni.
A pochi chilometri da Venezia ci sono due paesi a nome Mira e Mirano. Sembra che  Maffi Giovanni Cancheretto (forse un mio antenato) abbia risieduto qui; nel contempo sopra Tiolo esiste una località  a nome: I Miran e sembra che questa persona avesse qui dei possedimenti. In paese esiste una zona definita :I Calcaret quindi chissà!! Sempre a Tiolo, il borgo: I Barber  si riferisce all’attività svolta a Venezia  dai proprietari di quelle case quindi i barbieri.

Strada
Osteria – casa Di Coltur – statale 38

In questo lungo e insidioso cammino per permettere ai viandanti e alle bestie il riposo furono costruite delle osterie, dove ci si poteva rifocillare, riposare e sostituire i cavalli stanchi con bestie riposate. L’ osteria del comune di Grosio era sita a Tiolo, adiacente alla chiesa, un caseggiato del 1400 o forse anche prima.

Casa dei Cultur Tiolo

La casa, presenta una struttura riconducibile al suo scopo originario. Ha enormi portoni, larghi corridoi comunicanti, un vasto salone al piano superiore con un enorme camino finemente lavorato in pietra verde, rimane inoltre lungo il corridoio la mangiatoia per i cavalli e a terra residui dell’acciottolato originario. Da casa comunale nel 1800 divenne di proprietà di Camilla Colturi di Bormio da qui il nome di casa Di Coltur. Fu venduta nel secolo successivo a vari privati.