Il castello vecchio di San Faustino a Grosio

castello-vecchio-grosottoLa costruzione più antica fu realizzata attorno al X-XI sec. sulla estremità meridionale del dosso ed è comunemente detta, anche nei documenti, castello di S. Faustino dal nome del martire romano titolare, unitamente a S. Giovita, della cappella castellana. culto per questi santi, già venerati sull’Isola Comacina e la presenza di una rilevante immigrazione proveniente dal centro Lario, documentata a partire dal XI sec., testimoniano una costante influenza comasca esercitata nella zona a partire dall’epoca romana. I pochi ruderi rimasti permettono l’identificazione del perimetro e una lettura parziale della planimetria. Su di essi svetta il campaniletto romanico, restaurato nella parte superiore verso la fine del 1800, attiguo alla piccola cappella che conserva, al centro del presbiterio, due sepolcri medievali scavati nella roccia. La relativa angustia del fabbricato, costretto a seguire la morfologia dell’altura, fa pensare più che a un’opera difensiva vera e propria ad una prestigiosa affermazione del potere del feudatario cui pertinevano Grosotto e Grossura, quest’ultima diventata successivamente Grosio. Doveva trattarsi comunque di un punto strategico importante come attesterebbe un interessante documento del 1150. Il Vescovo di Como Ardizzone, dal quale dipendeva tutta la pieve di Mazzo con le relative fortificazioni, sottraeva ad Artuico VenoSta il castello di Grosioper dado al più fidato Bertario de Misenti. Solo successivamente nel 1187, placate le contese, il Vescovo Anselmo reinvestiva Egano Venosta dei castello con una rendita di 60 moggie di grano da esigersi in Grossura. Da allora competerà alla famiglia Venosta la custodia di questo castello e anche della nuova struttura costruita nel XIV sec.

Fonte: Gabriele Antonioli