Chiese della Valtellina: Santa Marta Sondalo

santa-marta-sondaloL’originaria chiesa di Santa Marta, risalente al 1340, nacque come luogo di ritrovo di una piccola comunità di donne che qui si riunivano per pregare e per assicurarsi, attraverso una vita comune per quanto non propriamente monastica, protezione, vitto e vestiti, sopratutto per la vecchiaia. Documenti trecenteschi citano una Agnese “conversa” a S. Marta e una Alegranza, monaca nella stessa chiesa. Abbiamo testimonianza di tali condivisioni e a Bormio, dove già, nel 1316, è documentata una comunità di “dominae Humiliatae” presso la chiesa di San Francesco. Dell’antico edificio quattrocentesco oggi non rimane quasi nulla. Esso venne infatti ricostruito alla fine del Quattrocento, periodo al quale risalgono gli affreschi che narrano la vita di Santa Marta e che rappresentano, oltre ad altri santi ausiliatori, gli evangelisti, alcuni profeti, i dottori della chiesa e, nella piccola volta sotto il campanile, i quattro elementi costitutivi dell’universo: aria, acqua, terra e fuoco. interno santa martaGli affreschi di “fattura attenta, saporita, quasi fiamminga, tecnicamente affini alla miniatura e ancor più all’incisione” sono comunemente attribuiti a Giovannino da Sondalo. A Santa Marta hanno però lavorato anche il Valorsa e Fermo Stella. La chiesa fu incendiata nel 1620 dalle soldatesche elvetiche che lasciarono in piedi solo i muri e il tetto: ed ecco perché l’edificio fu radicalmente restaurato tra il 1784 e il 1787, quando furono elevate le pareti laterali e l’originaria travatura fu sostituita con una volta. Altri restauri, a cominciare da quelli relativi agli affreschi condotti nel 1967, si sono susseguiti fino agli ultimi decenni del secolo passato.

santa-marta-sondalo4Fonte: Sondalo (Gisi Schena e Marco De Campo)
Grazie Mattia Crasti e Vanda Simonelli per la foto di Santa Marta